Mobilità

Le reti mobili sono reti che supportano la mobilità degli utenti. Queste possono essere classificate in base al tipo di mobilità supportata:

Reti cellulari

La velocità di trasmissione delle reti wireless è limitata dalla porzione di spettro disponibile per la comunicazione. Se si vuole realizzare una rete mobile con copertura globale, che fornisca una connessione “always on” (sempre attiva) a un numero elevato di utenti, bisogna installare sul territorio numerosi punti di accesso alla rete (antenne), ma poichè lo spettro è limitato non è in pratica possibile assegnare a ciascun antenna delle frequenze completamente diverse da quelle usate per tutte le altre antenne. Serve invece uno stratagemma per permettere il riuso delle stesse frequenze.

Una soluzione è data dalle reti cellulari: si suddivide il territorio in aree dette celle, e si assegna a ciascuna cella una porzione dello spettro, cioè un insieme di canali (frequenze). Due celle che sono a una distanza sufficiente da non interferire l’una con l’altra possono riutilizzare senza problemi gli stessi canali.

In ogni cella è presente un singolo punto di accesso fisso, chiamato base station, e ogni dispositivo (mobile station o mobile terminal) accede alla rete mediante la base station della cella in cui si trova al momento. Il raggio di copertura della base station determina i confini della cella.

Cluster

Un cluster è un insieme di celle che esaurisce lo spettro a disposizione, cioè l’insieme di frequenze disponibili (assegnate alle comunicazioni nella rete cellulare). Tutte le celle in un cluster usano frequenze diverse l’una dall’altra, mentre in cluster diversi ci sono celle che usano le stesse frequenze.

Il numero $N$ di celle in un cluster è una misura del riuso dei canali, e dunque dell’efficienza del sistema:

Distanza di riuso

La distanza di riuso $D$ è la minima distanza tra i centri di due celle che possono riusare gli stessi canali senza interferire tra di loro. Indicando poi con $R$ il raggio di copertura di ciascuna cella, si definisce la quantità

$$ Q=\frac D R $$

che prende il nome di rapporto di riuso co-canale.